Magic Torino squadra di wheelchair hockey su carrozzina elettronica

logo del magic è� un toro stilizzato giallo con una mazza rossa tra le gambe

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tratto da "Vincere Insieme"

Parla il Magic Torino Quando compiliamo queste note il Campionato italiano 2001-02 di hockey in carrozzina si è appena concluso. La squadra della Sezione torinese si è radunata sulle pagine di questa rivista per raccontarvi nel dettaglio cosè successo quest'anno.

Il bilancio della stagione

Diamo subito la parola all'allenatore Giorgio che così si esprime: “Tenendo presente le condizioni fisiche generali dei miei ragazzi, credo che per la grinta dimostrata la mia squadra sia stata una delle migliori dell’intero campionato. Peccato solo per la scarsa presenza di pubblico durante le partite”.

Filomena, rappresentante del Magic, rileva che la squadra di Torino è stata l’unica del torneo ad annoverare tra le sue fila esclusivamente giocatori ammalati di Duchenne, mentre altre formazioni includevano anche elementi quasi normodotati, creando così un’evidente disparità di forze. Inoltre, continua sempre Filomena, la compagine torinese è risultata una delle più “giovani” presenti, avendo un’età media dei giocatori davvero bassa.

Ascoltiamo ora il commento dei vari giocatori

Innanzitutto il coro pressoché unanime degli atleti asserisce che il sesto posto raggiunto nel Campionato nazionale è da ritenersi soddisfacente, anche se forse si poteva aspirare al quinto. Franceschino sperava di poter entrare fra le prime quattro finaliste, ma la sua seconda posizione nella classifica dei cannonieri della Lega (36 gol in tutto), lo ripaga dalla delusione. Il nostro portiere Alfonso ritiene che il reparto difensivo del Magic, tranne qualche episodio, si è dimostrato valido e ha sufficientemente protetto l’area di porta. Stefano pensa che gli arbitraggi siano sempre stati all’altezza della situazione, tranne nell’ultima partita della fase finale disputata a Cesenatico contro il Monza, dove è stato fischiato un rigore inesistente a nostro sfavore ed è stato convalidato un gol presumibilmente irregolare degli avversari.

Mirko è stato colpito dalla squadra di Palermo in cui milita un giocatore di nome Mustafà che è molto forte e veloce. “In effetti contro parecchie squadre del Sud”, continua Mirko, “non si può competere perché ci sono giocatori con molta forza nelle braccia e carrozzine veloci” (la ricetta di Massimo per il Magic Torino è quindi quella di cercare di sopperire alla maggior potenza fisica di certi avversari proprio con il gioco di squadra e la grinta).

Chiude la Vecchia volpe, alias Roberto: “Quest’anno abbiamo molto migliorato la disposizione in campo, ma nonostante ciò non riusciamo assolutamente a toglierci di dosso la sindrome della pallina. Ossia focalizziamo troppo il gioco su di essa, accorrendo tutti nei suoi pressi e lasciando così scoperte ampie zone del campo. Dobbiamo invece imparare a osservare di più i movimenti degli avversari che non portano la palla, per andarli a ostacolare, aiutando così i nostri compagni a liberarsi. Restiamo comunque una squadra capace di fare delle magie quando meno lo si aspetta, sia nel bene sia nel male (vedi il pareggio a Genova, la vittoria casalinga contro Ancona e la sconfitta nella finale per il 5° posto)”

I ricordi personali

Apre questa galleria di quadretti il numero 1, Alfonso, che rivive ancora la bella parata effettuata su un rigore indirizzato nell’angolino della sua porta da un attaccante del Monza durante le fasi finali (e per questo motivo Mirko lo definisce un portiere “mitico”!).

Umberto invece trova che il momento più significativo si è verificato alla fine della penultima partita della stagione regolare, allorquando, tra la soddisfazione di tutti, il Magic si è assicurato in anticipo il diritto di partecipare ai quarti. Massimo segnala un altro gioiellino: “A me è rimasta impressa nella memoria la grande vittoria torinese sui Dolphins di Ancona per 6 a 3, una partita stupenda fatta di grandi parate da parte di Alfonso, da efficaci interventi difensivi e dall’ottima intesa fra gli attaccanti”.

Interviene quindi Andrea che ricorda con piacere la trasferta di Genova contro i Blue Devils per due motivi ben precisi: il primo riguarda la partita che dallo 0 a 2 è stata pareggiata all’ultimo minuto da una splendida azione del Magic. Il secondo perché quello stesso giorno suo cugino Davide era a Genova per vedere l’acquario con Toni (che è stato recentemente obiettore della nostra Sezione); il cugino, Toni e gli altri amici presenti hanno assistito quindi al suddetto incontro facendo un tifo incredibile e divertendosi molto.

Franceschino rievoca in particolare due suoi gol: quello realizzato nella finale persa contro la forte squadra di Monza e un altro contro i Dolphins (slalom di tre avversari propiziato dagli efficaci blocchi dei compagni e rasoterra secco e incrociato nell’angolino della porta avversaria). A proposito di gol Mirko rammenta con piacere quello di Francesco A., sempre contro il Monza, “perché non si vede spesso uno stick andare a rete”. Mirko inoltre ne approfitta per indirizzare un ringraziamento particolare ad Enrico, l’obiettore-accompagnatore di alcune trasferte, sempre molto disponibile e simpatico (vedi il suo articolo in questo stesso numero della rivista). A Cesenatico comunque non tutto è filato liscio. Ed infatti Roberto si fa portavoce dei giocatori e degli accompagnatori per segnalare la trascuratezza della sistemazione alberghiera, la lontananza e l’isolamento dei campi di gioco.

Il prossimo futuro

Umberto pensa che per effettuare un deciso salto di qualità, bisognerebbe trovare e affiancare a Franceschino un nuovo giocatore che usi bene la mazza, mentre Massimo confida che il buon piazzamento raggiunto quest’anno sia uno sprone per il prossimo campionato. A ciò si associa Franceschino stesso, che dimostra grande ottimismo per l’avvenire del Magic. Si fa poi sentire Antonio, che a causa dei suoi studi universitari, quest’anno ha disputato una sola partita (non ha realizzato nessun gol, ma quanti esami ha già messo a segno!). Nella speranza di poter essere presente con più continuità, Antonio elogia gli allenamenti del giovedì che, oltre ad avere una funzione antistress, permettono a tutti quanti di trascorrere un paio di ore serene, in compagnia, praticando uno sport bellissimo come quello dell’hockey in carrozzina. In chiusura l’allenatore Giorgio formula questo augurio: “Nella speranza che i problemi incontrati quest’anno servano a migliorarci, dico a tutti: Forza ragazzi, siamo i migliori!”.

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